Risorse | 1 milione di euro + 100.000 euro all’anno (Fondi previsti dalla legge 107/2015 per il portale open data) |
Strumenti | in corso di valutazione (Piano ICT o avviso pubblico) |
Tempi di prima attuazione | Settembre 2016 |
Obiettivi misurabili | Pubblicazione del portale; numero e qualità dei dataset pubblicati |
Il sistema nazionale di istruzione gestisce un patrimonio informativo straordinario per quantità e qualità dei dati. L’opportunità di condividere in formato aperto una parte significativa di tali informazioni ha finalmente trovato riconoscimento esplicito nei commi 136-141 della legge 107/2015, con cui si garantisce stabilmente l’accesso e la riutilizzabilità dei dati pubblici del sistema nazionale di istruzione e formazione.
La condivisione dei dati del settore pubblico, inteso come accesso e riuso, è oramai considerata come un’attività necessaria da parte delle Pubbliche amministrazioni, nazionali e globali.
Tradizionalmente pubblicati spontaneamente o dietro richiesta per assolvere le esigenze di trasparenza e responsabilizzazione della PA, siamo oramai approdati ad una fase della “società dell’informazione” in cui alla pubblicazione dei dati consegue lo sviluppo di numerosi servizi e prodotti ad alta utilità sociale ed economica.
La pubblicazione dei dati da parte della PA ha da tempo trovato accoglimento in molte norme e politiche di carattere generale, che vanno dal diritto del singolo cittadino di accedere alle informazioni su cui si ha un interesse specifico (“trasparenza amministrativa”), all’accesso civico, da utilizzarsi per richiedere la pubblicazione di dati e informazioni di carattere pubblico che non lo sono ancora, generalmente per l’inerzia della PA.
Nel corso delle ultime due decadi, quindi, la pubblicazione dei dati da parte della pubblica amministrazione è stata sancita e praticata per numerose ragioni:
fornisce una nuova dimensione al concetto di trasparenza amministrativa, che non è più frutto dell’esercizio di un diritto di accesso del singolo, ma è alimentata da un flusso costante di informazioni per permettere il pubblico scrutinio e per generare pervasivamente la responsabilizzazione dell’amministrazione;
dota inoltre la stessa pubblica amministrazione di strumenti tempestivi e flessibili per fondare e valutare decisioni su politiche e investimenti sulla base di evidenze (cd. data driven policy making). Le istituzioni stesse, al proprio interno, beneficiano dell’esposizione al pubblico dei dati, abbattendo i tempi della burocrazia per la circolazione interna di informazioni tra amministrazioni.
quando la pubblicazione è tempestiva e di qualità, fornisce alla società civile la materia prima per sviluppare applicazioni e servizi ad alta densità informativa, attraverso visualizzazioni, incroci con altri dati, elaborazioni tipiche delle grandi moli di dati (big data), spesso semplificando o aumentando di valore il servizio che le stesse amministrazioni offrono, posto che queste non sono generalmente nelle condizioni di capitalizzare sul grande valore del proprio patrimonio informativo o sviluppare tutte le potenzialità.